Bacu S'Orruargiu e Badde Pentumas
Bacu S'Orruargiu è un luogo incredibile, e non solo per il suo nome strano: vi si trovano lecci secolari abbarbicati ai precipizi, una cengia larga un metro e lunga 400 ed un arco di pietra gigantesco che unisce i due rami della vallata... Bisogna andarci!
Il giorno dopo torno a fare il canyon asciutto di Badde Pentumas: perché mai, vi chiederete, visto che l'ho già fatto 3 volte? Perché adesso per andare in cima si può percorrere una ferrata assolutamente incredibile!
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Passiamo un giorno a Dorgali: Scott ha una imprescindibile e lunga videoconferenza con L'Australia. Per me è l'occasione per girare i vari negozietti del paese, rimpinguare le nostre scorte e diventare campione mondiale di Tetris sistemando tutto nel bagagliaio della macchina.
Un bel giro fra i negozietti di Dorgali mi sento di consigliarlo a chiunque si trovi a viaggiare da queste parti: bello l'artigianato, buoni i prodotti tipici e il Cannonau è sublime! -
Ed eccoci qui: la mattina dopo, pronti per fare colazione su questo altopiano che ieri sera, per arrivarci, ha messo a dura prova la mia povera macchina.
Non solo la carrareccia dissestata, ma anche il vento sull'Orientale sarda, che era stato tale da riuscire a spostare i kayak sul portapacchi (e guardate che li avevo legati bene: era un vento che faceva paura!) -
Fra maestosi lecci partiamo alla volta del Bacu S'Orruargiu e della celeberrima Istrada Longa!!
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Bellezza incommensurabile.
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Sotto di noi compare il gigantesco arco d pietra, dove abbiamo in mente di passare questo pomeriggio.
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Conillo e Yoda guidano il gruppo.
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L'attacco di Istrada Longa: una cengia larga un metro scarso che per 400 metri percorre il costone roccioso ad un'altezza incredibile! Non mi credete? Cliccate per la prossima foto!
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Istrada Longa: io all'inizio.
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Istrada Longa: Scott all'arrivo (guardando indietro).
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Yoda zompetta sui funghi che crescono fra le radici contorte di un carrubo secolare.
Siamo scesi sul fondovalle e ci fermiamo a pranzare qui. -
Ripartiamo seguendo il fondo del canyon.
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Ed eccoci all'arco di pietra: è enorme!
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Una pausa dentro l'arco, dove ci si affaccia su entrambe le valli.
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Scott fotografa l'arco.
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Delle piantine crescono dove si raccolgono le gocce d'acqua: in questo modo il calcare si accumula fra le radici creando delle bizzarre stalattiti.
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Ripartiamo! Come al solito è guardando gli alberi che si capiscono le reali dimensioni dell'arco.
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Ovunque ci sono nicchie, grotte e altri archi più piccoli.
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Usciamo dal fantastico canyon di Bacu S'Orruargiu e... ci scordiamo di fare altre foto fino a domani.
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Ho già percorso 3 volte il canyon di Badde Pentumas e non pensavo di tornarci, sennonché pare che ci sia una nuova imperdibile ferrata! Così eccoci qui a risalire i salti più bassi alla ricerca del punto di attacco.
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Si arriva fino qui, dove il canyon di Badde Pentumas si apre a formare un maestoso anfiteatro roccioso di calcare arancione solcato da numerose cenge.
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La ferrata funziona così, inerpicandosi da una cengia a quella successiva, che poi bisogna percorrere alla ricerca del segmento seguente.
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Risalendo una cengia.
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...e poi un'altra. L'altezza è vertiginosa!
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Ogni tanto la cengia si interrompe e si percorre un tratto reggendosi solo al cavo della ferrata.
Si, certo, il cavo è ben saldo, ma avere 100 metri di vuoto sotto ai piedi che di fatto fanno presa solo con l'alluce, beh, fa paura! -
Scott sulla Ferrata di Badde Pentumas
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Nei tratti più verticali invece del cavo hanno messo una catena, immagino per fare meglio presa con le mani.
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Sempre più in alto!
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Quasi in cima!
Il punto di partenza è praticamente sotto di noi: posso dire che è la via ferrata più "verticale" che abbia mai fatto. -
La passeggiata ideale per chi soffre di vertigini.
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Arriviamo in cima: il canyon appare come uno squarcio profondo nella continuità della parete rocciosa.
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Conillo su un ginepro, con in fondo la Valle del Lanaitto.
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Raggiungiamo il Cuile Duavidda, a quota 800.
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Da qui si gode un fantastico panorama di tutto il canyon di Badde Pentumas, fino alla Valle del Lanaitto e, giù giù in fondo, al mare. Finora siamo saliti, adesso bisogna scendere: da quota 800 a quota 150, dove abbiamo la macchina.
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Il canyon di Badde Pentumas è sempre asciutto...
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...ma con questa siccità non solo non c'è scorrimento, ma sono asciutte anche le piccole pozze paludose che normalmente lo caratterizzano.
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In calata fra le rocce.
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Le calate si susseguono una dopo l'altra.
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Una cosa che ci sorprende è l'incredibile numero di animali morti presenti nel canyon: fra mufloni, capre e cinghiali si tratta di decine e decine di cadaveri (che evito di fotografare).
Le altre volte non avevo visto nulla del genere e mi chiedo quale possa essere il motivo di una simile strage. -
Alla fine ci ritroviamo all'attacco della ferrata: facciamo un altro giro?
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Magari per oggi finiamo qui: questo episodio termina come era cominciato, con una gustosa pizza a Dorgali, ci vediamo alla prossima puntata!
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