Cape Reinga, trekking fra le dune

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January, 2011

Ecco dove siamo stati, partiti a piedi da Cape Reinga, le due notti le abbiamo passate nello stesso posto (quasi), dove c'è il pallocco rosso, siamo poi tornati in un punto qualsiasi della strada.
(Nella legenda, la voce [i]In Kayak[/i] è per avventure successive :-)
L'aereo che da Auckland ci porta a Kaitaia, poi con [i]soli[/i] 110 Km di autostop saremo a Cape Reinga!
[i]"Tranquilli, accomodatevi a bordo, c'ho solo da stringere qua il bullone dei flap mi nazzicano un po'... E partiamo!"[/i]
Kaitaia, inizia l'autostop: [i]"Ci sarà un cane disposto a darci un passaggio, no?"[/i]
Dopo aver viaggiato con il cane, un capocantiere e due svedesi alcolisti, arriviamo a Cape Reinga ed inizia il nostro trekking!
Si cammina su queste spiagge immense, il mare è molto invitante... Ma appena l'onda tocca i piedi senti che è troppo freddo per fare il bagno. Macaco ci prova lo stesso, ma fallisce.
Spugna.
Il percorso fatto finora: in fondo Cape Reinga, poi tutta la spiaggiona ed ora siamo sopra la duna a forma di C che compare in basso ai due margini della foto. (clicca la foto per ingrandirla)
Lo zaino è mostruosamente pesante: ci sono tutti tutti i bagagli, compreso parte del cibo per il Dusky Track che ci siamo portati dall'Italia.
Molliamo qui gli zaini e partiamo scarichi per esplorare la punta laggiù: senza tutti quei chili sulle spalle il mondo diventa immediatamente più bello!
Nella distesa di sabbia che si vede al centro della foto precedente vive un animalino che costruisce un piccolo cratere di sabbia nelle orme di chi passa.
Il promontorio in punta è coperto da un prato soprelevato: lo vedete? Sembra un normale praticello, con l'erba corta, ma mettendoci un piede si affonda 40 cm!
I ciuffi d'erba sono sostenuti da una specie di tronchetto. Sdraiandocisi si adatta alla forma del corpo ed è più comodo di un'amaca!
Riprendiamo gli zaini e ripartiamo. L'ambiente ricorda i film con i dinosauri.
E' incredibile come tutte le piante siano disposte come le metterebbe un bravo paesaggista.
Dormiamo qui, un posto splendido, solo che appena fa buio arrivano milioni di miliardi di zanzare! Io monto subito la zanzariera Ikea, mentre il macaco attrezza l'amaca per difendersi come può.
Mattina. Una nuova passeggiata ci aspetta, e tutta senza zaini!! :-)
Ci portiamo solo acqua ed una noce di cocco (e la crema solare: siamo tutti e due un po' sbruciacchiati).
In cammino sull'immensa spiaggia che avete visto sopra.
Un fantastico Mostro Aniba!
Questo essere bizzarro, di circa 3 cm, finisce spiaggiato e accartocciato come le meduse. Quando ne troviamo uno presumibilmente arrivato da poco e ancora vivo, faccio una buchetta nella sabbia fino a trovare l'acqua e ce lo butto dentro: passano pochi secondi e lo vediamo dispiegarsi in questa forma meravigliosa!
Chissà se sarà sopravvissuto?
La spiaggia che stiamo percorrendo. (clicca la foto per ingrandirla)
Il percorso fatto da stamattina: abbiamo dormito sulle dune al limite estremo a sinistra della spiaggia che si vede in fondo. Questa notte ci trasferiremo nella macchietta verde di alberi lì accanto.
Il sentiero.
Ed eccoci arrivata alla meta finale: la Spiaggia delle 90 Miglia. Indovinate quanto è lunga?
Una grotticella perfetta per mangiare la noce di cocco al riparo da un sole infuocato.
Il Macaco che parte per esplorare le dune della Spiaggia delle 90 Miglia.
Le dune della Spiaggia delle 90 Miglia.
Il nuovo accampamento fra gli alberi: qui il Macaco dovrebbe riuscire a trovare due tronchi a cui legare l'amaca, no?
La cosa buffa è che in alto ogni tronco ha la chiometta sua, ben divisa da quelle degli altri :-)
Zaini in spalla :-( il terzo giorno si torna verso la civiltà.
Incontriamo il relitto di una nave spaziale aliena precipitata qui 37 mila anni fa.
Non siamo soli.
Dal giallo della sabbia al verde della vegetazione il confine è netto e preciso.
E così ci troviamo sul margine di una immensa palude.
per fortuna c'è un ponticello, altrimenti ci volevano 2 giorni ad uscire di qui!
Ma la nostra fortuna non è finita: i 130 Km di autostop che ci separano da Kerikeri li facciamo in meno di 2 ore, un record assoluto!
Ora possiamo riposarci e il Macaco può dedicarsi all'attività che più l'ha coinvolto di tutto il viaggio, ma anche la più infruttuosa: cercare di comprare un paio di ciabatte.
Domani all'alba abbiamo un volo per Queenstown.
Ed eccola Queenstown, la porta d'accesso alle Fiordlands, la zona più selvaggia della Nuova Zelanda, nonché il terzo parco nazionale più esteso del mondo.
Mentre aspettiamo l'arrivo dell'autobus che ci porterà Marty, il terzo membro del gruppo zorrico per la prossima avventura, il Macaco si lancia in una delle sue performance classiche: attraversare un fiumiciattolo come se fosse Tarzan. Ce la farà?