La mappa del percorso con numerate le hut in cui abbiamo dormito.

Siamo a metà dicembre, l'estate sta raggiungendo le montagne, questa felce rende bene il cambio di stagione con il suo cambio di abito.

Gli alberi diventano più esili e contorti quando si sale di quota.

La foresta è completamente intatta, tutto quello che viene fatto è attaccare agli alberi dei segnalini del percorso (lo vedete sul tronco sopra la testa di Sylvia?) e, quando un albero cade, viene tagliato via il pezzo che sta sul percorso :-)

La prima sera dormiamo al Sabine Hut, sul Lago Rotorato... Rototroto... Rotirato... Rotorota... Vabbè, Roto...qualcosa, guardatelo sulla mappetta all'inizio come si chiama se proprio ci tenete.

Arriviamo al D'Urville River. Uno dei motivi per cui questo circuit è descritto dai ranger come il più remote del parco è che il D'Urville è il fiume più grande di tutti... E qui non c'è nessun ponte!
Bisogna trovare da soli il punto con l'acqua meno profonda per poter guadare. Vari cartelli avvertono che essere portati via dalla corrente potrebbe essere quanto mai sgradevole!

Sylvia inizia il guado. Al centro l'acqua arrivava a metà gambe e la corrente era forte, abbiamo fatto il guado tenendoci reciprocamente.

...A volte su rive erbose. I paesaggi sono splendidi.

Zorro verso la hut, ancora nascosta fra gli alberi.

Morgan Hut, Sylvia apparecchia per la cena.

I Zelandi sono zelanti e ti avvertono che il sentiero lungo il D'Urville River è classificato come Tramping track, il che tradotto vuol dire niente più ponti, tutti gli affluenti vanno guadati. Ma noi abbiamo le mitiche finte-Crock cinesi, con cui possiamo affrontare ogni acquatica difficoltà!

Io e Sylvia pranziamo al George Lyon's Hut.
Questa hut è commemorativa del signor Lyon e viene tenuta così come appariva negli anni '70 quando fu costruita (notate la stufa di ghisa a destra). Vale la pena di accennare la storia di George Lyon raccontata nei pannelli della hut...
Negli anni '50 George Lyon si trasferisce da queste parti con una barchetta ed inizia a portare la gente a spasso nel lago, nel frattempo lotta per fare diventare il posto parco nazionale. Ci riesce nel 1956 e ne viene anche nominato direttore... Ma ne viene anche nominato ranger e addetto... In pratica per 8 anni sarà l'unico responsabile e l'unico addetto di un parco grande come il Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga :-)
Il pannello continua dicendo che ne era così entusiasta che spesso si univa ai trekking dei pochi visitatori dell'epoca. Rimarrà direttore del parco fino alla pensione.

Zorro on the rocks.

Ecco davanti a noi il Moss Pass, ce l'abbiamo quasi fatta (poi tocca scendere!).

La discesa è molto stile lemming. I ranger classificano questo percorso non più come Tramping track, bensì come Route, che tradotto vuol dire che di fatto non è che ci sia proprio un sentiero... ma si può fare.