Kayak nell'Abel Tasman N.P.
Ed ecco l'ultima tappa del nostro viaggio in Nuova Zelanda, un percorso in kayak di 5 giorni lungo le coste dell'Abel Tasman National Park.
Il percorso si faceva tranquillamente in 4 giorni, ma il quinto era in omaggio... Che fai, non lo prendi?
E così eccoci ad esplorare ogni anfratto possibile ed immaginabile della costa, partendo da Marahau, dove affittano i kayak.
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Il percorso si faceva tranquillamente in 4 giorni, ma il quinto era in omaggio... Che fai, non lo prendi?
E così eccoci ad esplorare ogni anfratto possibile ed immaginabile della costa dell'Abel Tasman N.P., partendo da Marahau, dove affittiamo i kayak. -
Volevano darci un singolo ed un doppio, ma riusciamo a rompergli le palle fino allo sfinimento e partiamo su 3 kayak singoli :-)
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La costa è davvero bizzarra da queste parti: le maree sono ovviamente altissime, siamo in pieno Oceano Pacifico, ma il mare non è mai mosso, in quanto ci troviamo fra l'isola nord e quella sud, in un punto riparato. Risultato: anche su un sasso ci cresce la vegetazione perchè le onde non c'arrivano.
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Si, bizzarro è decisamente l'aggettivo giusto per questa costa.
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Incontriamo le foche: uno dei loro passatempi è stare così, a pancia all'aria e grattarsi i baffi.
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Ci fermiamo per pranzo. Questa lunghissima lingua di sabbia scompare completamente con l'alta marea.
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Lungo le coste dell'Abel Tasman National Park
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Cielo, mare, spiaggia, rocce. I contrasti di luce sono fortissimi.
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Entro in acqua e con le mani faccio il gesto di Mamma mia che freddo! Ad un cormorano piace: mi guarda e mi imita.
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Nell'Abel Tasman National Park si può campeggiare solo in alcuni posti. Eco-zorro ci ha prenotato i più fichi, quelli in cui si arriva solo dal mare.
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Due chiacchiere in piazzetta...
(sullo sfondo, due foche zompettano nell'acqua) -
Formazioni rocciose sulla costa dell'Abel Tasman National Park.
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Alcuni posti sono una vera accozzaglia :-)
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Il Macaco fa lezione di eschimo.
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Nei nostri viaggi diamo sempre un nome, assolutamente inventato, a tutti gli animali che non conosciamo... Nello specifico questo è un Merlo delle spiagge.
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I chiari graniti resi biondi dalla luce del tramonto.
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La magia delle maree nell'Abel Tasman National Park.
Ora è così.... -
...Ed ora così!
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L'isoletta al centro delle foto precedenti.
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Un altro incontro con foche e fochini. A differenza delle foche che stanno ai poli qui i cuccioli hanno il pellicciotto nero. Le foche ci ignorano, i fochini ci abbaiano in maniera buffissima.
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Grattarsi barba e baffi è una delle attività che le foche praticano più assiduamente, devono trovarla molto gustosa.
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Io in kayak nell'Abel Tasman National Park.
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Spesso il mare entra in rientranze fra le rocce profonde anche centinaia di metri, creando lagune e laghetti da esplorare, qui siamo nello Shag Harbour.
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Il Macaco in kayak nello Shag Harbour.
Abbiamo raggiunto il limite nord consentito a chi affitta i kayak: visto che ci hanno fatto firmare 2000 clausole su limiti, confini distanze, e visto quanto sono pignoli i neozelandesi, non ci azzardiamo a superarlo e cominciamo il nostro viaggio di ritorno. -
All'andata ci siamo lasciati un po' di anfratti e spiaggette da esplorare al ritorno :-)
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Una installazione artistica: Albero di pietra, creata da i Venti dell'Oceano :-)
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In realtà è un torrentello insulso (nel boschetto che raggiunge la costa è largo 1 metro), ma quando sfocia al mare sa rendersi grandioso, con un estuario profondo pochi millimetri, ma che si allarga all'inverosimile.
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Dove vai? Qua!
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Marty, alias Eco-Zorro, nel poderoso estuario di cui sopra.
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Sbarchiamo in una spiaggetta piena di archi di pietra... Questo sembra un elefante con zampa e proboscide. (Chi me lo ha fatto notare? Gufina?)
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Granchio arancio....
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...e granchio scuro.
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Una vista panoramica della spiaggia degli archi di pietra.
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Questo opossum fregone nella notte ci ha fatto fuori metà del pane! Il pane in Nuova Zelanda è una vera schifezza, quindi non so se gli ha fatto bene... :-)
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Ecco i delfini! Il Macaco riuscirà a kayakkarci in mezzo, come un pastore fra le pecore.
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Fantasia di cozze.
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Concludiamo il giro con un giro di Splitted Apple, che direi che è un nome veramente azzeccato!
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Il nostro viaggio si conclude ad Auckland, che è una città bruttissima dove non c'è nulla da vedere.
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Però c'è una cosa che mi fa davvero arrabbiare, ogni volta che torno in Italia: perchè all'estero possono godere di splendidi alberi come questo nei parchi delle città, mentre qui da noi abbiamo dei sedicenti giardinieri, stronzi, incapaci e teste di... vabbè, mi avete capito, che scapitozzano gli alberi lasciando una specie di triste forchettone?
Questa cosa mi provoca una rabbia assoluta!
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