Sardegna in kayak molto invernale
Girare in kayak è bellissimo, ma bisognerebbe farlo d'estate! Uno crederebbe che andarci a luglio sia perfetto... Beh, ecco, non necessariamente.
Eccovi quindi un racconto di un giro in kayak che comincia in un'estate mooolto breve (di crca 24 ore) e continua in un gelido inverno. Però siamo riusciti ad andare a vedere gli isolotti che avevamo mancato nell'avventura dell'anno passato, ovvero Budelli, Razzoli e Santa Maria.
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Che bello! Che bello! Dall'inverno australe all'estate mediterranea, pronti per il meraviglioso giro in kayak che prosegue le avventure degli anni passati!
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Partiamo con un venticello teso che solleva le orecchie di Conillo.
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Siamo alla Maddalena e un'oretta di kayak ci riporta ad un'insenatura che conosciamo bene: è qui che eravamo sbarcati l'anno passato avendo lasciato un conto aperto con le isole di Budelli, Razzoli e Santa Maria. Si, un conto aperto che quest'anno siamo decisi a chiudere!
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Simpatici mostri marini continuano ad abitare la nostra baia segreta, come l'anno passato.
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Zorri si stagliano all'orizzonte (in 2 si stagliano, io mangio).
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Ed ecco il giorno della traversata dalla Maddalena a Santa Maria: che mare blu, che estate meravigliosa!
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Troviamo un'insenatura di una bellezza incredibile: ha una spiaggia splendida, ma la lasciamo per raggiungere, sul lato opposto, un angolino con alberi ombreggianti in cui pranzare. Vi faccio vedere meglio...
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Ecco: la spiaggia in fondo è quella in cui siamo sbarcati, e ci torneremo per la sera; tutto a destra l'angolino con i nostri kayak dove abbiamo pranzato all'ombra.
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Mentre Marco, Gioanni e Conillo se ne rimangono all'ombra, io mi aggrego alla brigata femminile che parte all'esplorazione a piedi dell'isola.
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Da questa roccia ci affacciamo su un'altra spiaggetta molto bella. Da qui continueremo a piedi fino ad una chiesetta nel punto più alto dell'isola... Punto che però non è panoramico perchè circondato da vegetazione molto alta.
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Nel pomeriggio ci trasferiamo, come detto, sull'altra sponda del nostro piccolo golfo.
Un panorama con tutti in posa, ognuno come vuole. Manchiamo io (che faccio la foto), Sylvia (che è in giro) e Conillo (che è rimasto di guardia all'accampamento) -
Io e Michela.
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Sylvia e Nathalie.
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La sera sopraggiungono alcune nuvole e creano un tramonto dai colori davvero particolari!
Noi credevamo che segnasse la fine della giornata, invece... -
...Invece segnava la fine ufficiale della stagione estiva! :-(
Ci svegliamo sotto un cielo plumbeo e dopo poco... -
...E dopo poco si mette anche a piovere!
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Un legno portato dal mare.
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Puntiamo l'Isola di razzoli sotto un cielo minaccioso.
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Che peccato!
L'Isola di razzoli è meravigliosa, con le rocce che creano sculture di infiniti mostri di granito!
Meriterebbe di sbarcarci e girarla per bene, sia in kayak che a piedi; meriterebbe di arrampicarsi su decine di pinnacoli che sembrano stare lì apposta!
Ci sono anche i resti in rovina di un maestoso faro, che sarebbero assolutamente da raggiungere ed esplorare per bene! -
Ma noi non faremo assolutamente nulla di tutto ciò! :-(
Fa freddo, il cielo è sempre più cupo e comincia ad alzarsi un vento sempre più minaccioso!Considero questa foto (Molto alla Caspar Friedrich) una delle più belle che ho fatto in tutta la vacanza ...anche sono indeciso fra questa versione più drammatica con Sylvia lontana...
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...E quella con Sylvia vicina, un po' stemperata dal sorriso. Che dite?
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Alla fine, con il vento che si alza sempre più, ci lanciamo in una fuga rocambolesca: da Razzoli a Budelli, da Budelli di nuovo alla Maddalena, da qui con un ultimo sforzo giriamo sul lato opposto dell'isola alla ricerca di un po' di riparo dal vento.
Alla fine, quando molti stavano perdendo le speranze, trovo questa bella spiaggetta in una baia riparata e ci guido gli altri. -
Sono sempre andato molto fiero delle mie architetture di pagaie e zanzariere, ma di fronte alla realizzazione di Marco non posso che inchinarmi ed esprimere ammirazione!
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La mattina successiva del nostro luglio invernale il cielo non è cupo come il giorno prima, ma un vento velocissimo spazza le nuvole sopra di noi ed il mare appena fuori da questa piccola insenatura.
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Con il vento in poppa percorriamo a tutta birra il braccio di mare che ci separa da Caprera: la nostra idea è che forse le alte montagne di quest'isola potrebbero offrirci riparo dal vento dell'ovest, se navighiamo lungo la costa est.
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Questo posto lo conosciamo bene: ci abbiamo dormito la scorsa estate subito prima di interrompere il nostro giro. Speriamo che quest'anno ci vada meglio. Per il momento ci ripariamo qui.
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Gioanni, Michela e Marco partono alla scoperta dei bizzarri bunker della I Guerra Mondiale che avevamo esplorato noi l'anno passato. Io, Sylvia e Nathalie, invece, ci arrampichiamo su ventosissime quanto affascinanti creste rocciose. Sylvia è venuta bellissima in questa foto.
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Io e Sylvia
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Sylvia e Nathalie.
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Stesse fanciulle, rocce diverse.
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Nel pomeriggio io e Sylvia facciamo una nuova passeggiatina, per constatare dall'alto le condizioni del mare e del vento...
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...Per scoprire che sono sempre più critiche: dopo una breve riunione plenaria optiamo all'unanimità per la fuga!
Clicca su Zummolo per vedere i nostri kayak nell'angolino riparato e le onde imbiancate dal vento alle spalle della spiaggia. -
Dopo 3 ore di kayak con il vento che arrivava a raffiche da tutte le direzioni possibili immaginabili, piroettando fra le alte montagne di Caprera, arriviamo in questa spiaggetta da sogno. Un luogo di una bellezza mozzafiato... Via via colpito da raffiche di vento altrettanto mozzafiato.
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Gioanni sfiderà il vento dormendo in spiaggia con la sua tendina. Mentre noi ci accamperemo al riparo dei folti cespugli nell'entroterra.
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Gli abitanti di Caprera fanno onore al suo nome.
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Beh, si, dai: questo viaggio si presta davvero molto alle foto in stile Caspar Friedrich!
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Non è meraviglioso? Pensate che bello che sarebbe essere qui d'estate e fare il bagno in questo mare cristallino!
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Ma questo luglio siamo qui in un ventoso inverno, così rinunciamo all'idea del bagno e salpiamo le ancore.
Le nuvole corrono velocissime alternando sprazzi di sole come questo a momenti più cupi. Le alte creste rocciose di Caprera spezzano e distorcono il vento, ma non riescono a fermarlo: raffiche impazzite corrono sul mare arrivando da tutte le direzioni possibili e cambiando ogni 100 metri.
Il nostro obbiettivo è quello di tornare alla civiltà e spostarci in un'area possibilmente meno vessata dal maltempo -
Ed eccoci qui, alla fine della kayakkata più sfortunata della storia (seconda solo a quella dell'Isola d'Elba).
Michela e Marco abbandonano l'ipotesi di continuare a pagaiare e partono alla volta di Stintino, per visitare il Parco Nazionale dell'Isola dell'Asinara.
Noi invece puntiamo a sud, verso il Supramonte: l'intera Sardegna riuscirà a fermare un po' questo cavolo di vento di nord-ovest, no? -
No, non solo non lo ferma, ma qui piove anche di santa ragione!
Così optiamo per visitare una affollatissima (chissà come mai) grotta di Ispinigoli, dove è vietato fare foto, ma noi facciamo questa.
A Marco e Michela non andrà meglio: a causa delle cattive condizioni del mare tutti i collegamenti con l'Isola dell'Asinara sono stati sospesi. -
Poi puntiamo a delle famosissime terme di acqua tiepida che si trovano nelle vicinanze, ospitate in questo maestoso edificio.
Al complesso si accede pagando un biglietto di ingresso di 1 euro al custode che sta nell'Ape. -
Tutti a mollo nel sontuoso complesso termale, questo è il tepidartium.
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Autoscatto subacqueo.
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Ci apprestiamo a lasciare la Sardegna: appena ci si allontana dal Supramonte torna un po' di sole, accompagnato ovviamente dal violentissimo ed inesorabile vento di nord-ovest.
Qui siamo presso la famosa Tomba dei Giganti. -
E qui siamo dentro la tomba vera e propria: una fossa lunga 7-8 metri e larga 1.
C'è una famigliola di passaggio, con il papà che spiega alla bambina come è fatta la tomba dei giganti. Lei, osservando le dimensioni della sepoltura, commenta: "Mamma mia come erano secchi questi giganti!" :-)
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