Sardegna in Kayak, su e giù
Volevamo fare un lungo giro in kayak in Sardegna... Ne faremo 3, un po' più corti... Il vento che cambia continuamente spingerà noi a fare altrettanto. Ne uscirà una bella avventura, di quelle che ci rendono Zorri: non per le difficoltà, ma per la bellezza e la comunione con la Natura.
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Vabbè, lo sapete, io ho il pessimo difetto di ricordarmi di fare le foto un po' si ed un po' no... Quindi cominciamo qui, la prima spiaggi in cui abbiamo dormito. Cosa è successo prima? Siamo arrivati in Sardegna, abbiamo fatto un lunghissimo viaggio in macchina, abbiamo raggiunto una spiaggetta insignificante e da lì siamo partiti.
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Gufina fa questa bellissima foto alle onde di sabbia.
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Noi dormiamo in mezzo alla spiaggia, Gufina, forse preda di un'improvviso attacco di agorafobia, si accampa sotto la parete rocciosa, proprio accanto al cartello che dice di non avvicinarsi che cadono sassi :-)
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Il giorno dopo raggiungiamo la famosa spiaggia di Piscinas...
La spiaggia è lunghissima, ma quell'altissimo palo piantato nel terreno funge da faro e atterriamo proprio lì (è anche ottimo per legarci i teli per fare ombra) -
Dietro la spiaggia c'è un laghetto con colori stranissimi!
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Siamo in una zona mineraria e gli ossidi presenti nelle rocce danno colori assurdi all'acqua del laghetto. Gufina sa coglierli al meglio.
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Se non avete sonno potete contare le capre!
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Facciamo passeggiate nelle dune che stanno dietro alla spiaggia, fin quando...
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...Fin quando io e Sylwia non ne troviamo una particolarmente ripida.
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Una bella discesa da cui partire a capriole e non fermarsi più.
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Sylwia, subito dopo un'imitazione molto ben riuscita dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia.
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Mi decido a sguainare la macchinetta impermeabile del Macaco, ed ecco un po' di foto in navigazione!
nel frattempo Gufina ci ha abbandonato e ci segue via terra. -
Fra le rocce.
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Il sole picchia e ci difendiamo le gambe con i pezzetti di lenzuolo tagliati apposta che mi porto sempre.
Come fa notare Zorro 'Boriggeno, Sylwia sembra una dama inglese del '700. -
Planando fra i faraglioni.
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Gufina ci aspetta su una spiaggia che a vedere la cartina sembra un luogo molto isolato. In realtà ora la strada arriva fino a 200 metri dal mare e non è isolata per niente...
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Tanto che c'è pure uno struzzo! :-)
Viva gli sposi!! -
vecchio fico secolare.
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Pagaiando nel Sulcis Iglesiante, fra archi naturali e faraglioni.
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Pagaiando nel Sulcis Iglesiante, fra archi naturali e faraglioni.
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Chi mi conosce può immaginare quanto posso aver rosicato di non poter attraccare ed esplorare questo posto per bene! Ma non era proprio possibile: tutte rocce puntute e onde alte quanto basta per buttarci il kayak sopra.
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L'arrivo di un Maestrale fortissimo ci fa desistere dall'idea della traversata verso l'Isola di San Pietro... Così prendiamo le macchine e puntiamo a sud: un giro di 4 giorni dalle parti di Capo Teulada ci sta tutto!
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Le splendide dune di Porto Pino.
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Le splendide dune di Porto Pino.
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Le splendide dune di Porto Pino.
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Abbiamo di nuovo con noi Gufina, ma per poco: si alza un po' di vento e decide di ritornare indietro.
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Una splendida caverna con imponenti pilastri rocciosi alti oltre 15 centimetri!
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Una caverna un po' più grande.
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Pagaiamo in una zona splendida.
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Il mare è calmissimo, ma è una finta: tira uno scirocco mostruoso e appena ci affacciamo verso Capo Teulada e perdiamo la copertura della costa si alzano onde enormi. Di lottare contro i marosi non è abbiamo molta voglia, così si riprende la macchina.
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Procedendo verso nord passiamo vicino Gergei, così mi viene in mente di chiamare Caterina e di passare a trovarla. Queste sono le nostre auto parcheggiate in piazza a Gergei: la Borigenomobil e...
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...e la Zorromobil.
Sarà il modo in cui è fatto il mio porta-kayak (progettato da me e realizzato in tubi da idraulico con il Barone), ma sembra sempre che i kayak siano più grandi della macchina. -
Caterina è sempre uguale!
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Il giorno dopo facciamo un giro nuragico.
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Il giorno dopo facciamo un giro nuragico.
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Ed alla fine eccoci sulla meravigliosa costa nord della Sardegna, scegliendo meticolosamente uno dei pochi posti non ancora rovinati dalla costruzione selvaggia.
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Panorama della prima spiaggia in cui abbiamo dormito.
(Come tutte le foto, si può cliccarla per ingrandirla) -
E questa è la seconda spiaggia in cui ci accampiamo, che raggiungiamo dopo aver fatto splendide scalate sulla punta rocciosa che si vede in fondo.
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Giglio di mare (che in realtà non è affatto un giglio). Cresce solo sulle spiagge di sabbia e nel giardino di Zorro Topolotto.
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Altre piantine della spiaggia.
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Lo sapete che a me piace fotografare le piante!
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Che acqua!
Stiamo raggiungendo la famosa valle della Luna. -
Che rocce incredibili, eh? Spaziali!
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Quando trovi delle rocce così belle non ti puoi esimere dallo scalarle...
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...Anche se qui non è sempre facile trovare il passaggio: i massi sono talmente enormi che spesso formano gigantesche gobbe invalicabili.
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...A volte è meglio passare sotto.
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Continuiamo a pagaiare fra scogliere pazzesche e bellissime.
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E questa, purtroppo, è la nostra ultima notte di kayak! :-(
Io un'altra decina di giorni me la sarei fatta... Ma a Roma mi aspettano un sacco di cose da fare per progettare il mio prossimo anno winterless. -
Prima di ripartire nessuno ci leva una fantastica passeggiata fra i giganteschi mammozzoni di granito levigato.
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Sono enormi!
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Sylwia
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Io
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Un ultimo saluto al mare.
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Ed eccoci qui, su una panchina ad attendere la partenza della nostra nave.
Zorro 'Boriggeno, alias Giovanni, alias Gioanni.
Zorra Chimera Orsetta, alias Sylwia.
Gufina, alias Silvia.
Io, cioè Zorro.
...Alla prossima.
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