Fra autostop, spesa, meccanico ecc. troviamo il tempo per lavare i panni e quando partiamo per il nuovo trekkingetto lasciamo al Zorromobil a fare da stendino. Il volante diventa un orgia di calzini!
Il Rockburn Track si svolge in una foresta che più Robinud di così non si può.
Qui nella foresta di Scervud uno zaino da trekking è più fuori luogo di un cavaliere con l'armatura.
Ma la sorpresa più bizzarra è il torrente qui accanto che è tinto con l'acquerello: la saga di Robinud è ormai chiaramente in mano agli studios ollivudiani che ne hanno fatto l'ennesima pacchianata tutta effetti speciali! Davvero non so come faccia ad avere questo colore pazzesco :-)
Raggiungiamo il Rockburn Hut, che più che hut è una catapecchia, ma vi abita una tribù di simpatici topini che ti zompettano fra le gambe, litigano fra loro e fanno una specie di teatrino
Lasciamo gli zaini alla hut (con il cibo appeso fuori dalla portata della simpatica tribù) e ci avventuriamo lungo il canyon del torrente celeste.
Nel canyon del torrente celeste: io fra le rocce.
Nel canyon del torrente celeste: Sylvia.
Il mondo sotto-sopra.
Poco a valle il torrente celeste è un affluente di un grande fiume... Che ovviamente non ricordo come si chiama.
Il giorno dopo, salita fra i boschi. Piano piano Scervud lascia il posto a Fangorn, il bosco popolato dagli antichissimi Ent.
Verso un alto passo... La foresta sembra molto antica, possibile che da queste parti abiti...
Ma si, è proprio lui: Barbalbero!!
Altri barbalberi.
Scendiamo dall'altra parte del passo.
La sera ci fermiamo ad un torrente limpidissimo, mi viene una gran voglia di fare il bagno... E poi chi fa il bagno a capodanno lo fa tutto l'anno!
Mi viene una gran voglia di fare il bagno... ma non ce la farò: fa troppo freddo!
La sera festeggiamo il capodanno in tenda: Happy New Year!
Alla fine andremo a dormire addirittura prima di Maurilio!
Sopra ai nostri festeggiamenti ci sono le sand-flies, che rimbalzano fra un telo e l'altro della tenda cercando di entrare a pungerci. Una delle cose più belle di questa tenda è che quando la si smonta i due teli si piegano insieme: ogni mattina è una strage di maledette sand-flies stritolate fra i due teli, che soddisfazione!!
La Sbronzomobil fra i lupini.
Il giorno dopo ripartiamo, direzione nord, torniamo verso Nelson, il nostro viaggio si sta avviando alla fine e io mi sveglio con un'infiammazione ad un tallone.
I lupini, senza la Sbronzomobil
Da lontano ammiriamo il Mount Cook, la vetta più alta della nuova Zelanda, 3753 metri.
La sera, dopo aver percorso oltre 600 Km, ci troviamo a traversare un paesaggio davvero bizzarro, sembra il Farwest, ma è cosparso di fiori gialli e blu che seguono le venature del terreno.
Prepariamo la cena in riva al Lago Lyndon, ci accamperemo qui. Siamo nel bizzarro quanto western Korowai Torlesse Tussocklans Park.
Cena fra i fiori gialli e blu.
La mattina successiva raggiungiamo la [url=/avventure-2006/zorroteca_2006/]Zorroteca di Campo Soriano[/url]... Cioè, no, volevo dire Castle Hill: anche questa è una zorroteca in cui ci si arrampica da un sassone all'altro...
Solo che i massi, che da lontano sembrano facilmente arrampicabili....
...Quando ti ci avvicini scopri che sono un po' più grandi del previsto... Quella lassù è Sylvia, io la seguivo zoppicando dove potevo, vista la mia infiammazione al tallone. Seguono un po' di foto...
La Zorroteca di Calstle Hill.
La Zorroteca di Calstle Hill.
La Zorroteca di Calstle Hill.
La Zorroteca di Calstle Hill.
La Zorroteca di Calstle Hill.
Ho detto a Sylwia che in questa foto sarebbe stato carino se avesse corso zompettando in stile [i]Vispa Teresa[/i]... Lei ne ha dato questa interpretazione un po' Rock Punk.
Sylvia e la Zorroteca di Calstle Hill.
Ripartiamo verso Nelson, lungo la strada incontriamo una coppia di Kea, i pappagalli alpini della Nuova Zelanda.