Sardegna in speleo-kayak

Ed anche quest'anno siamo pronti alla partenza del nostro tradizionale giro della Sardegna in kayak!

Usciamo dal golfo di Olbia, dove pascolano immense mandrie di boe.

Il vento contrario soffia sempre più forte e ci fermiamo a riposarci un poco in questa spiaggetta.
Ma chi è il tizio con barba e cappello? E chi è quello che gli sta accanto?

Quello con la barba è Sandro, il famoso "Pocobono" dei racconti di Giovanni, che finalmente incontriamo sul mare, anche se ci accompagnerà solo per un paio di giorni.
L'altro è Luigi, ma ve lo faccio vedere dopo, che non ho una foto da vicino dei primi giorni...

La ricerca di una spiaggia disabitata per accamparci è parecchio difficoltosa, ma alla fine troviamo questa qui, che è davvero carina.

Ed eccoci accampati, con Conillo che monta la guardia alla tenda.
Oltre a noi, nel boschetto alle spalle dei kayak, è presente un mimetizzatissimo accampamento di simpatici frikkettoni.

Il giorno seguente puntiamo l'isola di Tavolara, poi traverseremo il braccio di mare ad ovest per ritornare sulle coste della Sardegna..

Il mare è bello!

Luigi ed il relitto. Peccato che si sia alzato il vento e non possiamo mollare il kayak per farci il bagno.

La ricerca di una spiaggetta isolata dove accamparsi diventa sempre più difficile: alla fine troviamo un angolino meraviglioso, ma è l'unico punto rimasto selvaggio di un intero golfo!

Così il giorno successivo decidiamo di dare una svolta secca all'avventura e puntiamo una spiaggia ben collegata per recuperare le auto e cambiare completamente zona.

Ed eccoci a Cala Gonone, esattamente nello stesso posto in cui il maltempo dell'anno passato cancellò le nostre ultime speranze di una bella pagaiata. Ma quest'anno è caldo ed assolato e siamo pronti alla partenza.

Da Cala Gonone verso sud, per una quarantina di chilometri, la costa è selvaggia e meravigliosa, senza nemmeno un edificio e molto difficile da raggiungere via terra.
Le rocce sono qualcosa di incredibile.

Ci sono mille e mille archi e grotte da esplorare. Luigi apre a strada.

Che bello!

In ogni anfratto si apre una grotta in cui infilarsi.
Giovanni, come tutti noi, è meticolosissimo e non se ne fa sfuggire una.

Che colori!

Pranziamo su una spiaggetta fresca ed ombrosa che si apre dentro un antro.
Qui abbiamo Giovanni in versione Nettuno!

- Chi è il Dio del Mare?
- Nettuno!
- Ma dai, non è pottibile, deve pur ettere qualcuno!

Si, lo so, è una barzelletta idiota, ma ci stava bene.

Una pagaiatrice tedesca incontrata lì ci fa anche una foto di gruppo.

Ma Conillo, con piglio autoritario, ci fa notare che è il momento di riprendere il mare.

Si riparte: il nostro prossimo obiettivo è la famosissima Cala di Luna.

Luigi fotografa i fotografi, ma cosa fotografano i fotografi?

Giovanni scatta una foto con un effetto sfocatura non voluto quanto splendido: se Nathalie fosse nuda tutti penserebbero che sia una foto di David Hamilton :-)
Gli alberelli rosa in fondo sono splendidi oleandri.

Mentre io scatto questo bizzarro panorama, che, pur deformando tutto, dà un'idea della spiaggia di Cala di Luna: una lingua di sabbia stretta fra mare e laguna interna.
(zummala per vederla a dimensione piena)

Se vi state chiedendo come fa ad esserci tanta gente in una spiaggia in cui si arriva solo dal mare... Ecco la spiegazione!
Con imbarcazioni di tutti i tipi, mille Caronti sardi traghettano orde di turisti sulle varie spiagge.

Ripartiamo...

...e ricominciamo l'esplorazione delle mille grotte.

Nathalie che esce dall'ennesima grotta.
Che bello! (si, l'ho già detto)

Per la sera sbarchiamo a Cala Sisine.
Franco poche settimane dopo farà delle meravigliose vie ferrate sulle pareti rocciose che vedete in fondo. Ad averlo saputo...
Vabbè, ma la Sardegna è così: tocca tornarci, tornarci, tornarci... :-)

Autoscatto a Cala Sisine.

Conillo che fa la guardia all'accampamento.

Questa è stata la vacanza più vestita da quando giriamo con Giovanni!
Ma fino alle 9:30-10 di mattina, quando cominciano ad arrivare le prime barche cariche di gente....

... fino alle 9:30-10 si può fare il bagno come piace a noi.

Riprendiamo a costeggiare i meravigliosi faraglioni del Supramonte.

Cala Mariuolo è piena di gente, ma Luigi non resiste: sbarca e...

...e prende la birra per tutti!!!

Questa spieggetta è talmente sottile che esiste solo quando il mare è calmo come oggi, però è tutta per noi!
(zummala per vederla a dimensione piena, i colori sono meravigliosi!)

Conillo si dedica al free climbing...

...e raggiunge vette inesplorate!

Proseguiamo: oggi la nostra meta è la meravigliosissima...

... Cala Goloritze! Con il suo celebre altissimo pinnacolo. Che spettacolo incredibile, eh?
Ci fermeremo sulla spiaggetta che vedete sulla destra.

Verso il tramonto dalle montagne scende una processione di capre che viene ad abbeverarsi ad una piccola sorgente...

...che sgorga proprio sulla spiaggia.

"Ooops, mi sa che ho sbagliato strada..."

Mi arrampico sulle rocce alla base del maestoso pinnacolo: ecco la spiaggetta con i nostri kayak.

Luigi si svegliava sempre all'alba e fotografava il sorgere del sole; questo, secondo me, è il suo scatto più bello fra quelli delle albe.

Una grotta da esplorare, io e Nathalie ci arrampichiamo.

Mentre Giovanni e Luigi ci aspettano giù, sotto il grande arco di pietra.

Conillo speleologo

Giovanni e Luigi all'ingresso della grotta.

In uscita da una grotta. Lo so che sembra finto, ma non lo è: il mare era proprio di questo colore!

Raggiungiamo la Grotta del Fico, dove il gestore ci aiuta con il gommone a lasciare i kayak ancorati ad una boa e a raggiungere le scalette d'ingresso.

Alcune concrezioni nella Grotta del Fico.
Gli speleologi che la hanno in gestione hanno fatto un lavoro eccezionale nel renderla visitabile (con scalette e passerelle) senza rovinare in alcun modo le concrezioni: ho visto molte grotte tenute con cura, ma qui la devozione e l'amore per l'opera della natura traspare davvero in ogni minimo intervento.

Sono le 14 di una giornata caldissima, per pranzare sbarchiamo su questa meravigliosa spiaggetta che, essendo esposta a nord-est, è già in ombra.
La spiaggetta è tutta per noi, non c'è nessun altro e sembra di stare su un'isola deserta, basta non...

...basta non guardare verso il mare.
Non capisco il senso di stare ancorati in branchi davanti ad una spiaggia su cui non si desidera andare, ma sicuramente sono io che sono strano.

Torniamo a Cala Sisine per l'ultima notte di kayak. Alcuni colori del tardo pomeriggio.

Stiamo facendo una passeggiata sui costoni rocciosi sopra la spiaggia.

Giovanni indossa il suo abituale completo da trekking.

E raggiungiamo una meravigliosa e gigantesca grotta a picco sul mare.
Nathalie in versione Sirena.

Ma come, direte voi, siete andati alla grotta lasciando tutti i bagagli incustoditi giù in spiaggia?
Ma no, ma no: c'è Conillo che fa la guardia!

Ultimo giorno di kayak, siamo di rientro e ci fermiamo a pranzo di nuovo a Cala di Luna.
All'andata avevamo attraccato sulla parte di spiaggia con la laguna dietro (ricordate?), che ora si trova nell'angolo sinistro della foto, lontano lontano.
(Come al solito zummala per vederla a dimensione piena).
Oggi, invece, siamo sbarcati nella parte di spiaggia e grotte: ai gommoni qui è proibito avvicinarsi e contiamo sul fatto che lo sperone di roccia che entra in mare al centro della foto riduca anche il numero dei camminatori.

Sembra che abbiamo avuto una buona idea, la spiaggia è tutta per noi.
Poi però...

...poi, però, sembra che chiunque abbia un kayak in Sardegna faccia la nostra stessa pensata e ci ritroviamo nella "spiaggia dei pagaiatori" :-)

Finiamo quest'avventura con una foto voluta da Nathalie.
Dalla sabbia bianca spuntano rocce bianche su cui crescono elegantissime alghette bianche, il tutto in un mare azzurrissimo.
Ciao a tutti