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Lisa del rafting ha detto un laconico: "Divertente."
E tutto sommato è la definizione migliore per uno Zorro: alla fine chi fa tutto è il gommone, tu ti limiti a starci sopra... La gita alla fine risulta molto piacevole, ma basta guardarsi l'un l'altro per capire il pensiero che ci accomuna: Certo che se invece del gommone avessimo avuto della camere d'aria da cavalcare... -
Facciamo un salto temporale di 10 giorni!
Albero strangolato in un giardino botanico vicino San Josè che visitiamo per riposarci un po', dopo i dieci giorni di fatiche.
Perchè saltiamo 10 giorni? Perchè il mega trekking nel Braulio Carrillo merita un racconto tutto per sé (puoi cliccare sul link qui, ma ti consigliamo di andarci alla fine di questo racconto) -
Affittiamo una macchina e ci gettiamo in manovre da veri spericolati, tipo lanciare il mezzo fino a 60 km/h, viaggiare coi finestrini abbassati, girare senza mettere la freccia... ah, già, e poi abbiamo pure guadato un fiume... due... tre... ...quattro... Ma i ponti non li sanno fare in questo paese?
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Arriviamo nel parco del Corcovado, una vera meraviglia. Si cammina lungo la spiaggia.
Prima di poter affondare i piedi in questa meravigliosa spiaggia, però, siamo stati vittima della burocrazia costarichese che ci ha fatto passare la mattinata in fila per ottenere dei costosissimi permessi.
Volevamo fare un trekking di un paio di giorni, ma non è possibile e dobbiamo accontentarci di 2 passeggiate singole: oggi lungo la spiaggia e domani attraverso la foresta planiziale. -
Guarda! Questo è sicuramente il più coraggioso e sta a guardia del fortino.
Il fortino è una noce di cocco che qualcuno ha aperto, bevuto e buttato via, senza mangiarne l'interno: i voraci paguri si sono avventati sulla preda con tanto slancio che il cocco ne è completamente pieno!
Ci viene il dubbio che il paguro-sentinella in realtà sia incavolato nero perchè non è riuscito ad entrare... -
Il finale lo conoscete già. Noi che nonostante tutto ci fermiamo qui a fare un bagnetto, fa buio, noi che avanziamo nell'oscurità, si, ovviamente abbiamo una torcia per ogni evenienza, si, ovviamente è praticamente scarica; arriviamo quando tutto intorno è nero fondo.
Ma la cosa bella è che intorno a noi è pieno di quelle che sembrano delle lucciole, ma gigantesche, luminosissime ed estremamente veloci... Alla fine riusciamo ad illuminarne una (con uno degli ultimi sprizzi vitali della nostra torcia) e scopriamo che sono grosse falene luminescenti: uno spettacolo incredibile! -
Ci siamo addormentati sotto un cielo stellato, cullati dal vento, ci siamo svegliati a mezzanotte completamente fradici per un temporale che si è beffato di noi e dei nostri teli antipioggia. Mai, nemmeno durante i giorni ininterrotti di pioggia del trekking nel Braulio Carrillo ci eravamo bagnati così tanto.
Alla fine, con le gocce che, incuranti delle leggi della fisica, arrivavano da ogni direzione Matteo e Maurilio scappano e si rifugiano su un tavolaccio sotto una tettoia di un'area pic-nic.... Smadonnando di brutto. -
Era pieno anche di gigantesche mucche, sempre circondate da stormi di aironi bianchi.
Matteo, sprovvisto com'è di teleobiettivo, tentava ogni volta di avvicinarsi di sottecchi per fotografarli, ma sul più bello , quando stava per scattare la foto, volavano via... (gli aironi volavano via, le mucche invece no).
Alla fine Matteo ce la fa (più o meno) e questa foto è il risultato. -
Alle prese con un piccolo problema, ci siamo impantanati e ficchiamo dei tronchi sotto le ruote per riuscire ad uscire. Mezz'ora di lavoro per fare cinque metri.
Stiamo cercando di raggiungere il punto di partenza della seconda passeggiata che abbiamo prenotato... Ma non ci riusciremo: quando, ad ancora 15 km dalla meta, scopriremo che la strada consiste nel percorrere in auto il fondo del letto di un fiume controcorrente per un centinaio di metri, con l'acqua che dopo pochi metri già comincia ad entrare dalle fessure degli sportelli. finiremo per desistere. -
L'ambiente è proprio lo stesso!
Si potrebbe dire che a saperlo ci risparmiavamo la fatica di 10 giorni di machete spersi per le montagne, ma non è così (almeno per me, Matteo), anzi, questa gita mi dà l'occasione per vedere lo stesso ambiente in due modi diversi: da visitatore (qui a Monteverde) e da entità parte di quell'ambiente (Braulio Carrillo).
Che differenza incredibile! E pensare che tanta gente non la coglierà mai!
I pannelli informativi mi spiegano tante cose che nel trekking non sapevo, eppure in qualche modo mi estraniano ancora di più da questo ambiente. -
Sui depliant di Monteverde c'è scritto che il parco si trova proprio sullo spartiacque tra l'Oceano Pacifico e quello Atlantico e da un punto è possibile vederli entrambi; inoltre c'è scritto che ci sono migliaia di specie animali che lo popolano.
Hanno fatto bene a scrivere queste cose, in quanto tutta l'area è costantemente sommersa dalle nubi a qualsiasi ora ed in qualsiasi giorno dell'anno: almeno affacciandosi dal punto panoramico che dà sulla nebbia sappiamo che se la nebbia non ci fosse vedremmo gli oceani.
Quanto agli animali... voi li avete visti? :-) -
Ci rechiamo in un giardino di farfalle, che in realtà era una specie di nursery, e ci innamoriamo del posto, dei colori delle farfalle e della ragazza che ci fa da guida.
Dopo averle visto fare i grattini a una tarantola e carezzare due bruchi pelosi siamo tutti innamorati: si sa gli Zorri sono sensibili a certe cose... -
Farfalla con le ali trasparenti, tipica del Costa Rica. Sembra la vela di un windsurf.
L'avventura continua con un balzo indietro nel tempo di alcuni giorni, il super mega trekking nel Braulio Carrillo lo trovi qui.
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