Chi indovina cos'è questo edificio vince!
La soluzione in basso nella prossima foto. Dai su, sforzatevi!
Ecco il primo albergo che ci ha ospitato a Timpu.
L'edificio di prima è l'Air Terminal dell'Areoporto Internazionale del Bhutan a Timpu
La reception dell'albergo di Timpu
L'ingresso alla sala da pranzo.
E le camere.
Andando verso il festival, tende dove si gioca, si mangia o si vende.
I partecipanti al festival vengono da tutte le parti del Paese con gli abiti da festa, i vestiti sono sempre di colori molto vivaci e vistosi.
Andando verso l'area del Festival.
Il vialone con le tende.
Venditore di Terrecotte.
Sala da pranzo del primo ristorante (che poi si è rivelato anche il migliore).
Arrivando al Festival di Paro, è il più importante del Bhutan e si tiene per tre giorni ogni anno a primavera.
La piazza delle danze.
Danzatori.
Danzatori.
Gli spettatori prendono posto sulle pendici del colle.
Il più grande dzong di Paro.
Venditore di gong nepalesi. Strusciando tutt'in giro un cilindro di legno sul bordo delle ciotole si produce un suono prolungato e acutissimo: il cosiddetto OHM.
Un cortile del tempio-fortezza, lo dzong.
Veduta del cortile, i templi sono in pietra e legno, il legno è quasi interamente ricoperto da vivaci decorazioni pittoriche..
Veduta del cortile. Le pareti sono interamente in legno intagliato e dipinto.
Il piccolo tempio nel cortile.
Passando da un cortile all'altro. Ogni dzong è un complesso di edifici che comprende vari cortili.
Veduta di Paro dallo Dzong.
Dettaglio della decorazione.
Una piccola visitatrice del tempio.
Due bambine che ci hanno chiesto una foto: i vestiti della festa sono sempre coloratissimi.
Pittura murale con una delle caratteristiche "ruote", piene di complicatissimi simboli.
Una divinità crudele.
Ancora una divinità crudele.
Una divinità benigna.
Una delle caratteristiche "preghiere" cilindriche girevoli. Ce ne sono di tutte le dimensioni, fino a quelle "portatili", di pochi centimetri.
Una serie di preghiere, chi ci passa vicino le fa girare attivando la preghiera.
Uomini e ragazze in abito da cerimonia.
Tutti a bere alla fontanella.
In Bhutan non esiste il concetto di pensione, gli anziani sono mantenuti dai figli e ricambiano in preghiere: viaggiano, da soli o in gruppetti, da un santuario all'altro chiacchierando e pregando per figli e nipotini. Qui uno splendido mendicante, accettando il tuo obolo ti faceva un piacere.
Il ponte che porta dal tempio alla città.
Bandiere-preghiera sul ponte: vengono messe come voti e non vanno tolte, devono essere pian piano distrutte dagli agenti atmosferici.
Un edificio in città.
Un negozio di arredi sacri.
Questi stessi arredi si trovano all'interno dei templi, dove però è proibito prendere foto. Tra l'altro è anche proibito odorare il profumo dei fiori che sono sugli altari nei templi: è una speci di furto alle divinità.
Una serie di preghiere.
L'altro Dzong importante di Paro, con carattere più decisamente di fortezza, l'interno è bellissimo, purtroppo non si può fotografare.
Vediamo il primo gruppo di 108, è il numero sacro, ogni bandiera è una preghiera e questi gruppi di 108 vengono posti in luoghi visibili in onore di un defunto.
Un'altro tipo di bandiere-preghiere.
Un negozio di alimentari e non solo lungo la strada verso Timpu. Avviciniamoci...
L'ingresso del negozio.
La zona dei cibi freschi....
...e di quelli in scatola.
Sulla porta del negozio ci sono questi strani draghetti bianchi e verdi, li stessi che compaiono sulla bandiera del Tibet, ma non so cosa significhino.
Gli edifici sono di argilla e legno: per demolire una vecchia costruzione basta togliere il tetto e la pioggia la scioglierà piano piano... Bioarchitettura :-)
Quanto alle parti in legno, si riuseranno per l'edificio nuovo.
I cani randagi vivono felici in un paese Buddista: tutti li trattano bene e gli danno da mangiare. L'accalappiacani li cattura, li sterilizza, li cura e li rimette in libertà.
Un vicolo tra le case.
Ancora il cortile principale.
dettaglio di una finestra.
Ancora preghiere nel Drukvel dzong, sempre andando verso Timpu.
Cortile dello dzong di Lhang Karpo
Giovani monaci sorvegliati da uno più anziano. In realtà molti giovani fanno la scuola come monaci, come da noi un tempo in seminario non tutti poi diventano monaci.
Lungo la strada rocce, acqua e rododendri.
Preghiere sempre più grandi...
A Timpu -visitiamo una casa-museo costruita secondo le tecniche tradizionali. Qui siamo nel sottotetto, che in genere è aperto per conservare cibi e biad in una zona ventilata.
Uno dei tanti torrenti.
i campi, coltivati con l'aiuto di piccolissimi trattori da montagna fabbricati dai giapponesi, formano dei bellissimi disegni.
Dettaglio della copertura in legno.
Il grande dzong di Timpu, la capitale: Trashi Chhoe Dzong.
Scuola di tessitura, i tessuti sono splendidi, ricchissimi di colore, e costano tanto, perché la mano d'opera nonè sottopagata.
Una maestra tessitirice.
Lungo la strada fioritura di rododendri
Fioritura di rododendri
Bandiere-preghiere al passo del Duchu-la
Una moltitudine di piccoli santuari circondano quello più grande alla sommità del Passo.
Arriviamo allo splendido dzong di Trongsa, alla confluenza di due fiumi è quello più strettamente legato alla famiglia reale.
Intorno allo dzong alberi di Jacaranda dai fiori viola.
Un dettaglio della decorazione.
Edificio che affaccia sul grande cortile interno.
L'enorme ficus nel cortile principale.
La stufa nella sala da pranzo, in genere le stufe erano molto belle.
Non vi siete ancora stufati di dzong?
dettaglio di una finestra.
Miracolosamente ci lasciano fotografare l'interno della grande sala.
Monachini in ricreazione.
Un angolo nel cortile più interno.
Dettaglio della decorazione.
Anche nella pittoresca confusione di un negozio di lane si può apprezzare lo spiccatissimo senso del colore di questo popolo.
Un rododendro rosa.
Uno spettacolare rododendro rosso.
Rododendri a gogo.
In Asia non c'è il concetto di antichità come pregio: i templi vengono spesso ricostruiti ex-novo mantenendo gli stessi caratteri sia architettonici che decorativi. Questo è in piena ricostruzione.
Un dettaglio del nuovo: il legno è scolpito ma non ancora dipinto.
Per la prima volta vediamo degli yak. Mangiano dei bambù alti al massimo 20 centimetri che formano una sorta di prati.
Un rododendro bianco
Sempre l'Himalaya e le nevi eterne sullo sfondo.
Le strade sono molto strette e talvolta accidentate...
Fiumi, ruscelli, torrenti e cascatelle sono dappertutto, l'acqua è una grande ricchezza del Paese.
Questa è la dimora di campagna del Re. Decisamente più sobria di Versailles, ma molto elegante.
In Bhutan ci si rivolge al Re con il titolo di [i]Druk Gyalpo[/i] che tradotto letteralmente suona come [i]Vostra Maestà Dragone[/i].
Il cortile interno.
La biblioteca del re: i libri tradizionali sono formati da fogli rettangolari stretti e lunghi che si sfogliano uno dopo l'altro e che si conservano avvolti in panni colorati.
Ancora la biblioteca, ci sono anche libri ti tipo occidentale.-
L'insegna di un negozio bar-emporio.
La cascata attraversa la strada e il camion attraversa la cascata.
Il Kurjey Lhakhang.
cortile interno.
Giovani monaci.
Ora di ricreazione.
Sempre lo dzong.
arriviamo al passo che segna il confine con la regione del bhumtang e c'è la neve.
Una casa privata in mezzo alla campagna.
Ad oltre 4000m di altezza il piccolo monastero detto "nido della tigre"
E di monachini?
Un santuario costruito intorno a una sorgente considerata sacra, vicino al Tamshing Gompa.
I monti con un po' di neve sono bellissimi.
Forse un mulino? non mi ricordo...
Ancora un 108, le preghiere pr i defunti.
Sempre l'acqua.
Ancora rododendri e...
...rododendri....
Una vallata
Lo dzong Tamshing Gompa, ritenuto il più grande del Paese
Acqua, bosco e rododendri
Rododendri giganti con fiori bianchi. Alcuni a fiori bianchi sono anche profumati (se non amate i rododendri non andate in Bhutan a primavera e non guardate queste foto...)
Sulla via della scuola.
L'ultimo rododendro.
Ancora il Nido della Tigre.
...la manutenzione è affidata a dei miseri indiani o nepalesi che spesso vivono in tende o in baracche ai bordi delle strade su cui lavorano.
Rododendri e preghiere.
Al passo un camion proveniente dall'India
Preghiere votive in terracotta di forma ispirata a quella dei piccoli templi (chorten).
In una specie di riserva un animale bruttissimo di cui non ricordo il nome.
Laboratorio di falegnameria per la ricostruzione di un tempio. Quello del carpentiere è uno dei mestieri più apprezzati, ve ne sono importanti scuole tecniche.
Piccoli templi (chorten) in una vallata.
Di titorno a Paro per la partenza, la nostra camera da letto in un piccolo albergo che è anche la casa di un cugino del re.
Il cortile dell'albergo.
Il piccolo tempio privato interno alla casa del cugino del re, dove gentilmente ci hanno permesso di prendere foto
Si, lo so, è una stronzata, ma è una legge europea!
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