Trekking in Mongolia
Come avete visto nella scorsa puntata ci hanno rubato i cavalli. Ma, come dice il proverbio, è inutile piangere sul latte versato, soprattutto se è latte di cavallo. Quindi ci attrezziamo al meglio e partiamo per proseguire a piedi il nostro viaggio.
Col senno di poi ci rendiamo conto che questo fatto ha reso il nostro viaggio molto più vario, portandoci su creste e picchi montuosi dove certo non saremmo potuti andare a cavallo.
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Allora eravamo arrivati al punto che ci avevano [i]zottato[/i] i cavalli. Ma i 4 Zorri non si perdono d'animo!!
Mi sa che non l'ho detto, ma ovviamente anche Sylwia e Flaminia sono state nominate Zorre... Non poteva essere più facile riconoscere lo Spirito Zorrico fluire potente in loro!
Flaminia è ora Zorra da Parrucca, mentre Sylwia è Zorra Chimera.
Quanto all'etimologia del verbo [i]zottare[/i] pare che tragga origine nella zona di Ponte Milvio (Aò, m'hanno zottato 'r motorino!), ma è da confermare... -
Prodi ed intrepidi, gli Zorri risalgono l'indomita china incuranti della fatica e dello sforzo!
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Pare vero! In realtà ci trasciniamo penosamente schiacciati degli zaini che contengono viveri per 2 settimane.
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Campeggiamo negli unici 6 metri quadrati pianeggianti di tutta la valle. Io ero distrutto: oltre alla salita mi ero fatto 8 km di corsa nella notte cercando di stanare i ladri... Probabilmente avevo anche un po' di febbre perchè mentre montavo la tenda mi girava la testa... Ma lo ricordo come un campo splendido, veramente carino!
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Il luogo giusto per inaugurare la seconda (ed ultima) caciotta di Pienza!
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Alle 14 di ieri siamo partiti dalle rive del lago (proprio nel punto che si traguarda in fondo), alle 15 di oggi giungiamo finalmente dopo una ripidissima salita al passo che ci porterà alle valli interne che vogliamo esplorare.
I mongoli a piedi, senza cavallo, non fanno mai più di 60 - 70 metri.... Quindi, quando si percorrono queste valli e questi valichi a cui non è possibile giungere in quadrupede, di fatto si percorre una terra vergine ed inesplorata. -
Franco conquista il passo in nome del Popolo Sardo.
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Con una limpidezza ed una visibilità incredibili... che mostrano la pioggia che si avvicina... Ci avviamo verso le nuove valli.
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Il nostro obbiettivo è arrivare ad accamparci alla confluenza di questo affluente con il fiume che si vede in fondo in fondo.
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Splendidi garofani selvatici.
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La discesa continua in un prato di mirtilli fra radi larici.
Siamo in una zona in cui il bosco è stato chiaramente molto danneggiato da un incendio qualche anno fa. -
C'è un quantitativo di funghi impressionante: potremmo raccoglierne migliaia... Ci consultiamo tutti e 4 a giungiamo alle seguenti conclusioni:
1 - Sono sicuramente porcini gustosissimi.
2 - Meglio lasciarli dove sono, visto quanto ne sappiamo di funghi.
Tornato in Italia mostrerò le foto ad una mia amica esperta di funghi che mi dice che NON sono porcini manco per il cavolo... Ma che sono buonissimi lo stesso, sono "Laricini" -
Pronti a partire per una nuova giornata di cammino? Dai mettiamoci in spalla i nostri leggerissimi zaini!
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Un fiore bellissimo. Poi ci spiegheranno che è uno dei simboli della Mongolia. Come si chiama? Boh, però mi pare evidente che sia parente del ranuncolo.
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Comincia la risalita di questa splendida valle, davvero bellissima!!
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In cui si trovano piante GIGANTESCHE!
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La valle è tutta asciutta... si formano solo degli ampi laghetti in corrispondenza delle depressioni... provo ad immaginarla come deve essere con l'acqua...
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Ecco, mi distraggo un attimo... Faccio due foto... e loro mi mollano 2 km indietro! Aspettatemi, amici!
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In questo ameno praticello ci fermeremo due giorni: lasceremo i bagagli qui per raggiungere una vetta senza portare troppo peso, ci vorrà sicuramente tutto il giorno.
Abbiamo imparato la lezione e, anche se non vediamo nessuno da 3 giorni, smontiamo le tende e nascondiamo i bagagli talmente bene che anche passandoci a 2 metri non si notano. -
Durante la salita...
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La valle dove abbiamo il campo vista dall'alto.
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Anvedi che foto che v'ho fatto!!
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Non è che seguiamo proprio un [i]sentiero[/i] per arrivare in cima alla vetta.
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Eccoci in cresta... Ora Sylwia si sente molto più leggera, durante la salita era leggermente preoccupata.
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Licheni
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Creste
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Creste più puntute: ci avviciniamo alla vetta.
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Piantine di alta montagna
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Piantine di alta montagna
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Ed eccoci arrivati!! Dalla nostra vetta si dipartono creste sottili che collegano le montagne vicine. La nostra è la seconda in altezza dopo quella che si vede in questa foto.
Mi sa che il tempo sta cambiando, eh? -
Sulla vetta.
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Per la discesa, ovviamente, scegliamo un altro percorso... C'è da fare un minimo di attenzione... :-)
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Splendida pozza. Dietro di noi si vede la cresta puntuta su cui eravamo; all'estrema sinistra, prima che scompaia dietro le rocce.
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Torniamo al campo seguendo il fiume asciutto. Sta cominciando a piovere, sempre di più, e non smetterà per parecchio tempo...
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E' la mattina di ferragosto! Franco si affaccia fuori dalla tenda e dice: [i]"Guarda Matteo, è nevicato stanotte!"[/i]
Io prontamente dal mio saccappelo rispondo: [i]"Si, vabbè, adesso sta a vedere che nevica di ferragosto."[/i]
E lui: [i]"Davvero, guarda fuori!"[/i]
E io: [i]"Ma finiscila!"[/i]
Alla fine mi convince a sbirciare fuori e... ooops! -
Anche il nostro fiume asciutto ha cambiato aspetto nella notte! Ecco cos'era tutto quel rumore che si sentiva durante la notte...
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E ferragosto lo passiamo così: per tutto il giorno la pioggia si interromperà solo per alternarsi a qualche nevicata... Noi ce ne stiamo in tenda al calduccio a chiacchierare e fare i puzzle che si è portata Flaminia.
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Il 16 il tempo è un po' migliorato... Nel senso che la pioggia è un po' meno intensa... Partiamo!
Ovviamente ora nella valle scorre un fiume e spesso questo fiume è profondo, così ci toccano lenti e faticosi aggiramenti, soprattutto in corrispondenza delle anse rocciose. -
Aggiramento del fiume.
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Guardate come fa il fiume: è disegnato apposta per costringerti a guadare, davvero bastardo!
In corrispondenza dei costoni rocciosi si divide in due: della serie "scegli il lato che vuoi tanto sempre in acqua devi finire..." -
E infatti ogni tanto i guadi ci toccano!
Ovviamente bisogna scegliere i punti meno profondi... che ovviamente sono quelli in cui il fiume si allarga in maniera spropositata... E l'acqua non è gelata, dippiù! -
Il rituale di scongelamento dei piedi che segue immancabilmente ad ogni guado.
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Il giorno dopo il tempo migliora, finalmente!
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Per colazione calzini alla brace per tutti!!
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Abbiamo lasciato la valle principale e stiamo risalendo un affluente in una valle davvero bella. Essendo piccolino l'affluente si guada anche zompettando da un sasso all'altro...
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Ma Topolotto ai guadi preferisce il sistema [i]camoscio sardo[/i] e passa lassù.
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La montagna bianca che si vede dietro Franco è quella su cui eravamo due giorni fa.
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Licheni
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Ci accampiamo presto, verso le 16, su questo bel prato: vogliamo godere della giornata di sole standocene sull'erba o in riva al torrente; e magari lavare e asciugare un po' dei nostri bagagli... e magari anche le ossa :-)
Franco troverà addirittura il coraggio di tuffarsi in acqua ....brrrr! -
Il giorno successivo lo ricordiamo tutti come uno dei più belli di tutto il viaggio: dopo una salita lunga e fangosa raggiungiamo questi pianori immensi. Le nuvole scorrono veloci, il cielo è limpidissimo e si vedono creste montuose lontanissime.
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Siamo parecchio alti e i larici crescono a stento. Nascondiamo nuovamente i bagagli e saliamo verso la vetta più alta del nostro percorso: come si chiama? Boh, abbiamo le carte del KGB che sono in cirillico :-)
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In salita verso la vetta: distesa infinita di montagne dietro di noi. La limpidezza dell'aria è incredibile!
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Franco fotografa me e Flaminia che percorriamo la cresta. Lui è corso avanti per piantare la bandiera dei 4 mori.
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La cresta dalla vetta!
Ho anche una splendida foto panoramica a 360 gradi... ma non l'ho ancora montata... Appena lo faccio la metto al posto di questa. -
Io e Sylwia, dalla vetta verso il lago.
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Domani scenderemo al lago percorrendo questa valle... Ovviamente fuori da ogni sentiero come sempre.
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Il campo prima di intraprendere la discesa.
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Nuvole e monti: una finestra sul lago.
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Genziana
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Inizia la discesa verso la valle.
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Franco e le piantine rosse.
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Sylwia e il corno di unicorno.
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Troviamo questa roccia e Flaminia non riesce a trattenersi...
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...Deve scalare!
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Anche Sylwia si cimenta.
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Riprendiamo la discesa.
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Per interromperla poco dopo: c'è una grotta da esplorare!
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La grotta ci porta quassù.
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Fiorellino, cos'è? Boh.
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Distesa di stelline bianche su prato verde.
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Ah, ecco, mi pareva che era un po' che non si guadava niente.
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Muschi e pozza d'acqua.
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Betulle: per la prima volta dalla nostra partenza incontriamo un albero che non sia un larice.
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Io fra le betulle.
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Ed eccoci tornati in riva al lago. le montagne che si vedono in fondo sono il confine fra Mongolia e Siberia.
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Papavero giallo.
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Il cammino riprende in riva al lago.
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Dove ci sono anche queste alghette strane.
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E i cavalli che sguazzano. Sono 4 giusti giusti... ce li freghiamo?
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Incontriamo una nuova foresta dove ci aspetta una graditissima sorpresa...
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Milioni di ribes!!! E vai, la frutta!
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All'uscita dal bosco ci troviamo in una zona di lago più domestica, con fattorie e mandrie di yak.
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Topolotto, da buon zootecnico, si scatena e se guardate i suoi scatti di questo pomeriggio ci sono tipo 400 foto di yak.
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Nuovo campo.
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C'è poco da dire di questo giorno di cammino: siamo nella zona turistica del lago e il percorso è poco interessante. Verso le 2 traversiamo questo splendido bosco e, per evitare di arrivare a fine trekking in serata senza saper dove andare...
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Ci accampiamo in riva al lago, che posto magnifico.
Il pomeriggio ognuno si dedica a godere la giornata come meglio può...
Raccogliamo il timo per una zuppa al timo che mi insegnò un pastore dei Pirenei. Io mi faccio una passeggiata per i boschi per incontrare gli scoiattoli e vedo anche 2 cervi (non riuscirò a fotografare ne gli uni ne gli altri).
Franco sguazza nel lago gelato e in serata Flaminia, accompagnata da Sylwia, frega a dei ragazzi mongoli due belle trote appena pescate. -
Pignette
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La mattina dopo ci prepariamo con calma: è l'ultima tappa del nostro trekking, siamo a 3 ore dalla civiltà.
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In cammino.
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Ed eccoci arrivati: l'orribile bidonville che si stende davanti a noi è la ridente cittadina turistica di Hatgal.
La fine dell'avventura? Così credevamo noi... Invece no! ma lo vedrete nella prossima puntata...
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