Fuorisentiero sui Monti della Laga

Organizzo un bel trekking di 3 giorni sui Monti della Laga e David si aggrega subito pieno di entusiasmo.
Organizziamo tutto e via, partiamo! Passa un giorno e via, scappiamo! :-(
Si, arriva una giagantesca perturbazione che ci fa fuggire, ma ormai la voglia di Laga è troppa e ci riproviamo una settimana dopo.
Questa volta si agregano a noi anche Corrado e Rossella: ecco il racconto dell'avventura, corredata anche da tante foto di Corrado, che con la sua macchinetta fotografica nuova è pieno di entusiamo e scatenatissimo!

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Chi c'era e quando

Quando: 

Agosto, 2016

  • La sera di sabato siamo ospiti all'accampamento di Fabio, alle pendici del Gransasso: una serata intorno al fuoco fra cari amici, prima della partenza di domani.

  • Si parte!!!!
    La partenza è dalla presa dell'acqua presso Cesacastina: da qui un ripido sentiero si inoltra nel bosco e noi, ovviamente, NON lo seguiamo!

  • Che Zorri saremmo se seguissimo i sentieri?
    Guidati da Conillo, che conosce molto bene queste montagne, ci lanciamo nella risalita del Fosso dell'Acero!

  • Il Fosso dell'Acero, questo il suo nome ufficiale, è noto anche come "Valle delle 100 cascate" o "Valle delle 100 fonti".
    Si tratta di un torrente meraviglioso, con l'acqua che scorre su scivoli di roccia da incanto.
    Ad essere onesti, però, bisogna notare che non c'è nessun acero, non ci sono 100 fonti e di vera cascata ce n'è una sola... In nomine fiumen?

  • Lungo il torrente.

  • Rossella fra gli scivoli di roccia.

  • 100 fonti? 100 cascate? Boh, però è bellissimo!
    (Ok, se proprio volete, con un po' di fantasia, possiamo dire che queste siano "fonti"... Ma l'acero non c'è!).

  • La cascata cui accennavo prima.

  • Due chiacchiere sotto la cascata.

  • L'idea era di risalire questo torrente in una calda giornata di sole estivo e farci il bagno sotto le cascatelle o dove si creava un bel laghetto.
    Invece niente: è una giornata fredda e nuvolosa, con dispiacere dobbiamo rinunciare all'idea di sguazzare!

  • Il dispiacere per il non fare il bagno si trasforma in sofferenza pura quando troviamo questo laghetto meraviglioso :-(
    Corrado sente l'acqua per capire se un tuffetto si può fare lo stesso, ma siamo in alta montagna e fra un ruscello che scorre da ore sotto il sole ed uno che non l'ha fatto c'è una considerevole differenza di temperatura!

  • Continuiamo la salita mentre le nuvole cominciano ad avvolgerci.

  • Che bellezza!

  • Il campo è circa a 2000 metri e la sera viene freddissimo: indossiamo tutto quello che abbiamo.

  • E che ci fai col drone se c'hai Corrado?

  • Risveglio al campo in una giornata meravigliosa!
    Sullo sfondo c'è il Gransasso.
    Clicca su Zummolo per goderti la foto ingrandita.

  • Bisogna essere consapevoli dei propri limiti: io, se mi metto la crema da solo, in qualche modo poi mi brucio!

  • Una foto molto Corradosa.

  • Pastore, pecore, laghetto. Stiamo raggiungendo la vetta di Monte Gorzano.

  • In 3 foto Conillo ci mostrerà la flora dei Monti della Laga.
    Conillo: "Dormire fra questi fiorellini gialli fa fare dei sogni magici!"

  • Conillo: "La Campanula strisciante cresce vicino alle tane dei folletti!"

  • Conillo: "Mangiare il Tarassaco giallo fa bene: fa allungare le orecchie. Con la Campanulina blu, invece, gli gnomi si fanno dei bellissimi cappellini!"

  • Raggiungiamo la vetta di Monte Gorzano

  • Dalla vetta del Monte Gorzano, affacciandosi verso la valle del Fiume Tordino.

  • David ed il suo panino di "Fiore Sardo"

  • Corrado in versione "Il riposo del pastore"

  • La cresta dei Monti della Laga e la valle verso Amatrice, 2 settimane prima del terribile terremoto!

  • La marcia riprende lungo la cresta. Guardando indietro si vede il lunghissimo costone che sale alla vetta di Monte Gorzano, mentre sullo sfondo compare il Gransasso: il Corno Piccolo, poi il Corno Grande e, ancora più lontano, tutta la cresta del Centenario.

  • Corrado si fa un autoritratto artistico, una versione molto corradosa di selfie.

  • Ieeeeee!!!

  • Ripartiamo

  • Pastore, pecore, luce sui prati.

  • Abbandoniamo la cresta: vogliamo entrare in una valle e seguirla scendendo fino a quota 1400.

  • All'inizio la valle è molto amena, ma già dopo i primi metri ci fa capire che...

  • ...che è talmente ripida che scendere nel suo centro è impensabile: procediamo nei ripidi boschi laterali.

  • La sera ci accampiamo in un gradevole slargo a pochi metri dal torrente.
    Stasera scamorze di bufala alla brace!

  • Il campo la mattina presto.
    Corrado, che si è svegliato prima di me, ha assistito al passaggio di un esercito di cinghiali tipo foresta della Principessa Mononoke!
    Erano almeno una sessantina, non ne abbiamo foto, ma ha fatto un filmatino.

  • Io non ho dormito in tenda, ma mi sono accampato con il saccappelo e basta in un angolo ameno che affaccia su una cascatella.
    Conillo: "Ehi, questo è il mio accampamento, non il tuo! Clicca "Zummolo" e guarda chi c'è nel saccappelo: è occupato!"

  • Ripartiamo seguendo una rete di antichi sentieri non segnati sulle carte.
    Però la nostra meta è un sentiero "vero" e segnato: quello che intorno quota 1350 va da qui alla Valle del Tordino.

  • Pinta delle palline, la foto di Corrado è più bella e metto la sua :-)

  • Ai piedi di questa cascata, vicino all'inutile presa dell'acquedotto che porta al Lago di Campotosto, incontriamo il sentiero 335 del CAI, che è quello che stavamo cercando.

  • David sullo scivolo di pietra.

  • Conillo: "In questa foresta ci sono molte tane di creature magiche da esplorare!
    Questa, in particolare, è una casa molto bella!"

  • Proseguendo lungo il sentiero, in una splendida foresta (Conillo continua ad intrufolarsi in ogni cavità).

  • Come al solito io rimango indietro per fare le foto.

  • Quando raggiungiamo questa splendida cascata ci rendiamo conto che c'è qualcosa che non va: dopo 2 ore di cammino siamo a meno di 200 metri da dove avevamo dormito, ooops!
    Eppure abbiamo seguito il sentiero, come abbiamo fatto ad imboccare questa diramazione senza nemmeno accorgerci della presenza di un bivio?

  • Ecco come! Il "sentiero" 335 è questo!
    Il sentiero traversa delle zone senza alberi, dove è stato completamente ingoiato dalla vegetazione: felci aquiline alte 2 metri, ginepri pungicanti, ortiche nascoste in agguato... e, fortunatamente, anche qualche lampone a dare un po' di conforto.
    Si tratta di 3 aree per una lunghezza totale di circa 500 metri, ma attraversarle risulta in una lentissima e soffertissima progressione.
    Ah, se avessimo avuto il machete che avevamo in Costarica!

  • La carta l'abbiamo letta bene e, al termine della sofferta progressione di mezzo chilometro, ci ritroviamo nel bosco a neanche 10 metri da dove riprende la traccia di sentiero: che fichi che siamo! :-)
    Però, voglio dire, ma è mai possibile che per una volta che è una che decidiamo di seguire un sentiero segnato... Quello non c'è più?

  • Raggiungiamo un piccolo edificio in pietra, dove un simpatico pastore, con i suoi amici, hanno appena finito una grande mangiata di funghi.
    Ci offrono una meravigliosa ricotta appena fatta! Grazie, slurp!

  • Lasciando la casa del pastore: la nostra avventura sta volgendo al termine.

  • La valle del Fiume Tordino con una strana luce.

  • Eh si, il tempo sta di nuovo cambiando e dalla valle le nuvole si arrampicano veloci verso di noi.

  • La nuvole sono sempre più vicine, pronte ad inghiottire il sentiero.

  • David tenta di fermarle usando i suoi poteri magici, ma riesce solo a piegare gli alberi.

  • Un'ultima bevuta.

  • Notate come Rossella abbia uno stile molto più signorile del nostro.

  • Blub, ingoiati dalle nuvole.

  • La foresta nelle nuvole: si, è davvero quasi buio!

  • Conillo ha insistito molto affinché facessi questa foto: dice che mostra il sentiero che porta alla Valle degli Elfi!

  • Sulla via del ritorno.

  • E come d'incanto, nella nebbia, compare la David-mobile!
    Rossella è particolarmente contenta, perchè, sotto sotto, aveva paura che nella nebbia non l'avremmo trovata :-)
    Alla prossima avventura.

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